Dopo il primo a tagliare la linea del traguardo della Global Solo Challenge, il francese Philippe Delamare su Mowgli, ci stiamo preparando ad accogliere il “secondo vincitore”, la giovane Cole Brauer su First Light. Lasciate che spieghi.
Cole Brauer, completando la sua prova, diventerà la prima donna americana a completare mai una circumnavigazione solitaria non stop passando dai tre grandi capi e scriverà quindi la sua pagina nella storia. Si unirà a un’élite di meno di 200 uomini e donne che abbiano mai realizzato questa incredibile impresa.
Nel 1969, Sir Robin Knox-Johnson divenne la prima persona al mondo a completare una circumnavigazione solitaria a vela senza fermarsi, in un tempo di 313 giorni sul 32 piedi Suhaili. Non fu fino a quasi 20 anni dopo, nel 1988, che l’australiana Kay Cottee divenne la prima donna a riuscire nell’impresa a bordo della sua Blackmores First Lady di 37 piedi. ( continua a leggere )
Sabato 24 febbraio alle 15 e 3 minuti ora locale, Philippe Delamare ha attraversato con Mowgli la linea del traguardo vicino alla diga foranea della città galiziana di A Coruña, vincendo la prima edizione della Global Solo Challenge, 147 giorni e 1 ora dopo aver iniziato la sua circumnavigazione il 30 settembre 2023.
Il suo arrivo è stato trionfale, epico ed emozionante. Enormi onde si infrangevano vicino alla Torre di Ercole, l’avamposto iconico che segna l’estremità occidentale della baia di A Coruña, il faro più antico ancora in funzione, costruito quasi due millenni fa. Anche con una lancia a motore rigida abbiamo dovuto avvicinarci a Philippe molto lentamente, zigzagando per evitare le onde che si frangevano.
Quando abbiamo avvistato una vela bianca dietro le creste, inizialmente è stato difficile mantenere il contatto visivo, era lui? La vela si avvicinava e scompariva dietro muri d’acqua, quando abbiamo visto per la prima volta lo scafo arancione distintivo di Mowgli abbiamo tutti trattenuto il fiato: era lui!
Philippe stava navigando solo con un genoa parzialmente arrotolato, due giorni prima aveva rotto il boma e non poteva usare la randa. L’attacco della trinchetta si era divelta dal ponte tra l’Uruguay e Rio lasciandolo con una scelta limitata di vele. La barca rollava violentemente sulle onde mentre Philippe seguiva l’unica rotta sicura di avvicinamento ad A Coruña in tali condizioni meteorologiche. C’è un varco di mezzo miglio tra la costa e alcuni bassi fondali rocciosi a nord dove le onde si infrangevano pesantemente. ( continua la lettura )
NO TO NUCLEAR WEAPONS
L'attivismo pacifista è una forza che può portare il cambiamento, ed è con questa convinzione che condividiamo una recente iniziativa che merita tutto il nostro sostegno. Il 2 ottobre scorso, 22 coraggiosi attivisti pacifisti e antimilitaristi hanno presentato una denuncia presso la Procura della Repubblica di Roma contro la presenza di armi nucleari in Italia. Questo passo audace è stato intrapreso da individui che hanno lavorato instancabilmente per portare alla luce la verità sulla questione delle armi nucleari nel nostro paese. La denuncia è il risultato di un lungo processo di ricerca e di studio che ha portato alla stesura del "Parere giuridico sulla presenza di armi nucleari in Italia". Questo parere è stato successivamente trasferito in un libro che approfondisce ulteriori dettagli sulla presenza di armi nucleari in Italia. Questa iniziativa è stata supportata dalla sezione italiana di IALANA, un'associazione di avvocati impegnati nella lotta contro la guerra nucleare, che ora rappresenta i denuncianti nell'iniziativa legale. La denuncia è un passo fondamentale verso per mantenere alta l'attenzione sulla questione della presenza di armi nucleari in Italia, su cui è stato fatto calare un silenzio inaccettabile. Gli attivisti che hanno presentato la denuncia chiedono il supporto del mondo pacifista. E' quindi importante condividere questa iniziativa con i membri delle varie organizzazioni anche attraverso i social media e mezzi di comunicazione. Dopo il deposito della denuncia, sono state molte le richieste da parte di persone che desideravano aggiungere la propria firma. Purtroppo, questo non è più possibile dopo il deposito iniziale. Tuttavia è stata ideata una lettera di condivisione che chiunque può firmare. Per contatti e informazioni scrivere via email all'indirizzo: abbassolaguerra@gmail.com . L'unità e la determinazione sono gli strumenti più potenti per portare cambiamenti significativi. Questa iniziativa è un passo audace verso un mondo senza armi nucleari, e il sostegno pacifista è fondamentale. Insieme possiamo lavorare per costruire un futuro più pacifico e giusto per tutti. Questa iniziativa è più che mai necessaria adesso: nei cieli italiani è in corso l'esercitazione nucleare della Nato Steadfast Noon.
Il Presidente Massimo AmodeiQuella di Giovanni Soldini e del suo equipaggio è una missione: navigare per un anno nelle aree più remote e affascinanti della terra e in quelle più compromesse da drammatici cambiamenti climatici. Dagli antichi porti del Mediterraneo alle spiagge tempestose dell’Atlantico, dalle isole dei Caraibi fino all’immenso Pacifico al Mare Cinese e alle baie dell’India, l’imbarcazione di Soldini – un trimarano Maserati Multi70 – veleggerà sulle antiche rotte commerciali coprendo più di 44mila miglia. Oltre a rappresentare un’impresa sportiva (in questo caso quasi secondaria) AroundTheBlue è anche un’impresa ecologica su una rotta scientifica, entrambe al centro di un progetto multicanale per mostrare e raccontare la bellezza e la fragilità del mare. Durante il viaggio, infatti, Giovanni Soldini incontrerà attivisti, ricercatori, organizzazioni di ricerca ed enti non governativi impegnati nella salvaguardia e nella sostenibilità ambientale. E dal confronto con loro saranno creati materiali e contenuti destinati al web, ai social network e alla realizzazione di un docufilm che uscirà nel 2024 in esclusiva su Prime.Il viaggio di Giovanni Soldini potrà essere seguito online, tappa dopo tappa, proprio come un diario di bordo. La piattaforma aroundtheblue.org (certificata per la sostenibilità carbon neutral) è stata inaugurata a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Ambiente e dalla Giornata Mondiale degli Oceani. In homepage presenta un planisfero interattivo e un giornale di bordo che consentono di seguire l’intera rotta in tempo reale: dalla partenza da La Spezia all’arrivo in Europa, passando per il Mediterraneo, l’Atlantico, il Mar Dei Caraibi, l’Oceano Pacifico, il Mar del Giappone e della Cina, lo stretto di Giava e Sumatra e il Sudafrica. Gli obiettivi da raggiungere sono due: dare vita a un punto di riferimento per i temi legati alla salute degli oceani e al cambiamento climatico e costruire una comunità di persone interessate a fare la propria parte nella lotta contro il degrado ambientale, lo sfruttamento intensivo delle risorse, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e l’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera.
Ogni tappa verrà raccontata attraverso schede, video, audio e materiali raccolti e montati appositamente per il portale. Al completamento di ognuna, sulla mappa si sbloccheranno contenuti specifici. Sempre in homepage, saranno presenti i dati rilevati attraverso le strumentazioni di bordo e quelli relativi agli obiettivi raggiunti. Il portale AroundTheBlue ospita anche tre aree tematiche dedicate ai contenuti scientifici: la perdita di biodiversità con il sovrasfruttamento ambientale (pesca intensiva, distruzione di habitat, specie aliene, etc,), l’inquinamento chimico e industriale derivato dalle attività umane (plastica, microplastiche, petrolio, agricoltura, etc.) e il cambiamento climatico di cui il mare è protagonista attivo e passivo (acidificazione, scioglimento dei ghiacci e innalzamento delle acque di costa, erosione, rallentamento delle correnti, riscaldamento delle acque).
In ognuna di queste sezioni sono previste interviste a scienziati ed esperti come, ad esempio: Annalisa Bracco, Professoressa di Oceanografia e Clima e Co-Direttore del Programma di Dottorato in Scienza e Ingegneria dell’Oceano al Georgia Tech (Atlanta, USA), Antonello Provenzale, Dirigente di Ricerca e Direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR, e, tra gli altri, anche Roberto Danovaro, biologo ed ecologo marino di fama internazionale, Professore ordinario di ecologia all’Università Politecnica delle Marche. La conservazione e la protezione dell’Oceano è uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite; è quindi fondamentale osservare, misurare e quantificare i cambiamenti in atto del mare. Il trimarano utilizzato da Soldini per questo viaggio, assolve a questo compito.
Si tratta di un’imbarcazione completamente sostenibile e dotata di motore elettrico e pannelli solari. Parliamo del primo trimarano da competizione dotato di strumentazione Ocean Pack, che lo rende un vero e proprio laboratorio oceanografico galleggiante, capace di misurare la temperatura, la salinità, la connettività e la concentrazione di anidride carbonica nelle acque in superficie; tutti dati che, una volta raccolti, vengono validati e messi al servizio della comunità scientifica:
“Quest’anno il trimarano Maserati Multi70 ci accompagnerà per il mondo in un viaggio di ricognizione ambientale – ha spiegato Giovanni Soldini – dove raccoglieremo dati utili a monitorare lo stato di salute dell’Oceano, incontreremo team di scienziati e specialisti, e scopriremo quali soluzioni sono allo studio, quali difese stiamo escogitando, quali processi di rigenerazione possiamo attivare e come possiamo impiegare la tecnologia per espandere e accelerare l’azione di contrasto all’impatto del cambiamento climatico. L’Oceano può fornirci tante risposte e ispirare molte azioni decisive”.
Nonostante il violento temporale abbattutosi di recente sul cantiere navale che ospita l’imbarcazione e che ha rischiato di creare qualche complicazione prima della partenza, è giunto il momento di mettere in acqua il trimarano, testarne l’assetto e accendere il nuovo motore elettrico. In mare, infatti, verrà prodotta energia esclusivamente grazie al sole e al vento:
“Stiamo lavorando a quella che potrebbe diventare la vela del futuro – ha spiegato Claudio Rossi, ingegnere dell’Università di Bologna che ha progettato il motore elettrico e l’impianto energetico – perché su questa imbarcazione abbiamo installato un intero sistema di propulsione composto da un motore, realizzato interamente in Italia, dal sistema elettronico di controllo e di gestione della potenza che viene prodotta dai pannelli fotovoltaici e da un generatore eolico. In questo momento – ha concluso – Maserati è certamente un terreno di sperimentazione tecnologica perché imbarca la tecnologia di punta con la migliore efficienza e prestazione per fare in modo che la barca rimanga la più veloce possibile, cercando di soddisfare il fabbisogno energetico e garantire la sopravvivenza dell’equipaggio in un ambiente estremo”.
“Il fabbisogno energetico della barca è di 2.5 Kw giornalieri, quantità necessaria per le comunicazioni e la vita di bordo. E il motore è utilizzato soprattutto per le manovre in porto o in caso di emergenza in alto mare”.
E a proposito del trimarano, Giovanni Soldini spiega: “In barca tutto è prezioso: acqua, energia, cibo. Ogni risorsa va gestita con attenzione. Navigando lo impari subito, ma con l’elettrificazione del trimarano mi sono accorto che gli sprechi potevano essere ancora ridotti e certi limiti trasformati in punti di forza. Così ci sono venute idee nuove, abbiamo trovato soluzioni originali e alla fine del processo, oltre ad aver raggiunto l’autonomia che cercavamo, ci siamo accorti di aver compiuto una rivoluzione culturale. In piccolo ho visto succedere quello che dobbiamo far sì che avvenga sul piano collettivo per cambiare insieme la rotta”.
E allora si comincia. Prima destinazione, Mar Mediterraneo: La Spezia, Siracusa, Malta e Gibilterra.
FANTASTICO! Kenichi Horie: il più anziano ad attraversare il Pacifico
Sabato 4 giugno il navigatore giapponese ha completato la sua ennesima traversata su uno sloop di appena 5,8 metri
Quello di Kenichi Horie è un nome che molti appassionati di avventure oceaniche ricorderanno. Nato nel 1938 a Osaka è divenuto un'icona nel paese del Sol Levante dopo che nel 1962, a soli 22 anni, guadagnò il titolo di primo giapponese (e secondo navigatore solitario) ad attraversare il Pacifico; per di più su una barca in compensato marino di appena 5,8 metri, il Mermaid. Horie completò la rotta da Nishinomiya a San Francisco in 94 giorni. A quell'esordio seguirono molte altre imprese stravaganti con diversi tipi di barche, spesso costruite con materiali riciclati e dotate di sistemi di propulsione ecosostenibili. Nel 1974 completò il giro del mondo senza scalo; nel 1989 attraversò il Pacifico su una barca di soli 2,8 metri; nel 1992 raggiunse Okinawa dalle Hawaii su una barca a pedali; nel 1996 navigò dall’Ecuador al Giappone su un natante di alluminio riciclato alimentato a energia solare; nel 2002 completò nuovamente la traversata del Pacifico su Sirenetta III, barca realizzata assemblando botti di whisky, lattine di alluminio e bottiglie di plastica; nel 2008, ancora, navigò dalle Hawaii alla penisola di Kii, in Giappone, su un catamarano di 9 metri, il Suntory Mermaid II, provvisto di un innovativo sistema di propulsione alimentato esclusivamente dal moto ondoso. Un vero e proprio Einstein del mare, insomma, con l'animo da avventuriero e lo spirito ambientalista. Un figlio dell'oceano per il quale evidentemente non c'è vera pace se non tra le onde. Tanto che sabato 4 giugno, alla ragguardevole età di 83 anni, Horie ha completato la sua ennesima transpacifica in solitario e senza scalo, guadagnando anche il titolo di navigatore più anziano di sempre ad aver portato a termine l'impresa. Partito il 27 marzo da San Francisco a bordo del Suntory Mermaid III, sloop di alluminio di appena 5,8 metri, l'indomito ottuagenario ha impiegato oltre due mesi per raggiungere Nishinomiya, alimentandosi esclusivamente di riso, cibo in scatola e pesce pescato. Nessuna particolare preparazione fisica. "Sono sempre in buona salute – aveva dichiarato al San Francisco Chronicle, prima della partenza –. Non mangio, né bevo troppo". Tutto qui. Un'impresa, quella di Horie, il cui significato è condensato in un messaggio che lo stesso ha voluto diffondere a tutti gli abitanti del pianeta: "Fate sì che i vostri sogni non restino solo tali, abbiate un obiettivo e applicatevi per raggiungerlo. Non potrà che attendervi una vita meravigliosa".
__________________________________________________________________________________________________________________________Soccorritori e volontari di SOS MEDITERRANEE ben conoscono la tragica rotta che dai quadranti del Mediterraneo centrale e orientale porta molte imbarcazioni, alcune di queste a vela, ad arenarsi sulle coste calabre, pugliesi e a volte anche della Sardegna. Si tratta in questo caso di navigazioni estreme, con frequenti partenze dalla Turchia, su imbarcazioni a vela riempite all’inverosimile, spesso con più di 50 persone a bordo quando al massimo, per un’imbarcazione di 10-15 metri, la portata consentita non supera le 10 persone.
Con questa iniziativa si vuole quindi dare inizio ad una fase di sensibilizzazione mirata alla ”gente di mare” con la certezza che il concetto di soccorso in mare, al di là del colore della pelle e delle motivazioni che spingono alcuni ”naviganti’ a rischiare di fare naufragio pur di raggiungere le nostre coste. Oltre all’imperativo del soccorso in mare, sancito anche dalle normative internazionali, tra marinai ci si capisce al volo anche su temi quali il mal di mare, il vento forte o le onde minacciose e la paura che in questi casi diventa panico per chi spesso non sa nemmeno nuotare e il mare lo ha visto solo sulle riviste perchè proviene dall’Africa subsahariana. Allo stesso tempo, a molti velisti, in navigazione di piacere verso la Puglia o la Calabria sarà capitato di osservare imbarcazioni simili alla loro entrare in porto scortate da unità della Guardia Costiera o della Guardia di Finanza ma guidate da skipper senza scrupoli e umanità. Da una parte i vacanzieri che si godono il mare nel loro tempo libero dopo un anno di lavoro, dall’altra “naviganti” che affrontano un viaggio pericoloso, pieno di incognite, dopo anni di torture e soprusi di ogni sorta che decidono di imbarcarsi per darsi un’alternativa ad una vita ai limiti della sopravvivenza. Quella con Girovelando, peraltro impegnata in diverse attività nautiche con ragazzi down o persone prive della vista, sarà la prima di una serie di iniziative per aumentare la consapevolezza di trovarsi “tutti sulla stessa barca”: sia chi compete in regata per una coppa sia chi lotta per salvare la propria vita."
Scritto da
Stefano Bertoldi (Socio SOS MEDITERRANEE ITALIA )
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