FANTASTICO! Kenichi Horie: il più anziano ad attraversare il Pacifico
Sabato 4 giugno il navigatore giapponese ha completato la sua ennesima traversata su uno sloop di appena 5,8 metri
Quello di Kenichi Horie è un nome che molti appassionati di avventure oceaniche ricorderanno. Nato nel 1938 a Osaka è divenuto un'icona nel paese del Sol Levante dopo che nel 1962, a soli 22 anni, guadagnò il titolo di primo giapponese (e secondo navigatore solitario) ad attraversare il Pacifico; per di più su una barca in compensato marino di appena 5,8 metri, il Mermaid. Horie completò la rotta da Nishinomiya a San Francisco in 94 giorni. A quell'esordio seguirono molte altre imprese stravaganti con diversi tipi di barche, spesso costruite con materiali riciclati e dotate di sistemi di propulsione ecosostenibili. Nel 1974 completò il giro del mondo senza scalo; nel 1989 attraversò il Pacifico su una barca di soli 2,8 metri; nel 1992 raggiunse Okinawa dalle Hawaii su una barca a pedali; nel 1996 navigò dall’Ecuador al Giappone su un natante di alluminio riciclato alimentato a energia solare; nel 2002 completò nuovamente la traversata del Pacifico su Sirenetta III, barca realizzata assemblando botti di whisky, lattine di alluminio e bottiglie di plastica; nel 2008, ancora, navigò dalle Hawaii alla penisola di Kii, in Giappone, su un catamarano di 9 metri, il Suntory Mermaid II, provvisto di un innovativo sistema di propulsione alimentato esclusivamente dal moto ondoso. Un vero e proprio Einstein del mare, insomma, con l'animo da avventuriero e lo spirito ambientalista. Un figlio dell'oceano per il quale evidentemente non c'è vera pace se non tra le onde. Tanto che sabato 4 giugno, alla ragguardevole età di 83 anni, Horie ha completato la sua ennesima transpacifica in solitario e senza scalo, guadagnando anche il titolo di navigatore più anziano di sempre ad aver portato a termine l'impresa. Partito il 27 marzo da San Francisco a bordo del Suntory Mermaid III, sloop di alluminio di appena 5,8 metri, l'indomito ottuagenario ha impiegato oltre due mesi per raggiungere Nishinomiya, alimentandosi esclusivamente di riso, cibo in scatola e pesce pescato. Nessuna particolare preparazione fisica. "Sono sempre in buona salute – aveva dichiarato al San Francisco Chronicle, prima della partenza –. Non mangio, né bevo troppo". Tutto qui. Un'impresa, quella di Horie, il cui significato è condensato in un messaggio che lo stesso ha voluto diffondere a tutti gli abitanti del pianeta: "Fate sì che i vostri sogni non restino solo tali, abbiate un obiettivo e applicatevi per raggiungerlo. Non potrà che attendervi una vita meravigliosa".
__________________________________________________________________________________________________________________________Soccorritori e volontari di SOS MEDITERRANEE ben conoscono la tragica rotta che dai quadranti del Mediterraneo centrale e orientale porta molte imbarcazioni, alcune di queste a vela, ad arenarsi sulle coste calabre, pugliesi e a volte anche della Sardegna. Si tratta in questo caso di navigazioni estreme, con frequenti partenze dalla Turchia, su imbarcazioni a vela riempite all’inverosimile, spesso con più di 50 persone a bordo quando al massimo, per un’imbarcazione di 10-15 metri, la portata consentita non supera le 10 persone.
Con questa iniziativa si vuole quindi dare inizio ad una fase di sensibilizzazione mirata alla ”gente di mare” con la certezza che il concetto di soccorso in mare, al di là del colore della pelle e delle motivazioni che spingono alcuni ”naviganti’ a rischiare di fare naufragio pur di raggiungere le nostre coste. Oltre all’imperativo del soccorso in mare, sancito anche dalle normative internazionali, tra marinai ci si capisce al volo anche su temi quali il mal di mare, il vento forte o le onde minacciose e la paura che in questi casi diventa panico per chi spesso non sa nemmeno nuotare e il mare lo ha visto solo sulle riviste perchè proviene dall’Africa subsahariana. Allo stesso tempo, a molti velisti, in navigazione di piacere verso la Puglia o la Calabria sarà capitato di osservare imbarcazioni simili alla loro entrare in porto scortate da unità della Guardia Costiera o della Guardia di Finanza ma guidate da skipper senza scrupoli e umanità. Da una parte i vacanzieri che si godono il mare nel loro tempo libero dopo un anno di lavoro, dall’altra “naviganti” che affrontano un viaggio pericoloso, pieno di incognite, dopo anni di torture e soprusi di ogni sorta che decidono di imbarcarsi per darsi un’alternativa ad una vita ai limiti della sopravvivenza. Quella con Girovelando, peraltro impegnata in diverse attività nautiche con ragazzi down o persone prive della vista, sarà la prima di una serie di iniziative per aumentare la consapevolezza di trovarsi “tutti sulla stessa barca”: sia chi compete in regata per una coppa sia chi lotta per salvare la propria vita."
Scritto da
Stefano Bertoldi (Socio SOS MEDITERRANEE ITALIA )
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sopra ,anche loro hanno peccato nello scegliere se la boa o la barca. La partenza della seconda prova le ha viste appaiate al 470 vincitore, che ha peccato un po' di mancanza di “cattiveria”, una piccola orzata al vento per fermare l’altra barca e successivamente una poggiata per accelerare, in quanto sottovento aveva tutta l’acqua necessaria, avrebbe messo un po' più di pepe alla vicenda, peccato comunque non aver avuto una macchina fotografica perché quel momento lo meritava. Brave comunque e il secondo posto ben meritato, potevano fare di più? Certamente! se non avessero dimenticato il tangone a terra. Le barche vanno armate e poi controllate bene….”è tutto in barca a posto possiamo andare!!!!”
Terzo posto meritato per Gaetani Domenico con il suo laser armato con la vela Radial, sebbene per il suo peso potrebbe portare una Standard, ma la vela nuova di pacca ha certamente reso la regata più tranquilla ed ha dato la possibilità a Domenico di gustarsi le tre prove e di non essere troppo impegnato nel mantenere piatta la barca e quindi scegliere tranquillamente i bordi e dedicarsi alla conduzione del laser.
Terzo posto anche per la coppia Rauso Zuccalà, che si sono scambiati i ruoli nelle tre prove, il Fire-Ball sembrava che non avesse proprio voglia di andare all’orza, ai passaggi che ho potuto vedere dal gommone aveva 15-20 gradi di differenza con i 470, le due barche hanno quasi lo stesso rating. Il Fire-ball era sempre molto sbandato nonostante il prodiere fosse fuori al trapezio. Una cosa però ho notato; non mi sembrava coordinata l’uscita al trapezio con la regolazione della randa, nel senso che non dobbiamo avere la randa molto cazzata e poi uscire, ma se possibile occorrerebbe cercare di farlo coordinatamente, magari cazzare un po' meno quindi uscire al trapezietto, cazzare ancora e uscire al trapezio, così la barca può accelerare sempre in assetto quasi sempre piatta sull’acqua, come una deriva dovrebbe navigare, (tanto più credo il Fire-ball). Comunque bella prova di test e complimenti all’equipaggio per aver cercato le giuste regolazione, che hanno dato i loro frutti, appunto nella terza prova con un secondo posto.Dobbiamo, a mio parere, ancora migliorare la conduzione della barca per scoprirne le sue possibilità-Al quarto posto, gli equipaggi dei due 420, Mauro Messina- Raffaele Pignataro sul Nautivela e Enrico e il piccolo Riccardo Dati sul Zieghelmier. Tre prove che hanno visto i due 420 alternarsi nelle prestazioni. Nella prima prova il Nautivela di Raffaele e Mauro è arrivato 4 e il Zieghelmeir penultimo al 7° posto. Poi Riccardo ed Enrico hanno preso le misure e si sono piazzati al terzo posto davanti a Raffaele e Mauro. La terza prova sembrava non voler essere corsa da Riccardo, perché giustamente stanco, ma poi ci ha ripensato ed ha fatto bene, hanno conquistato un 4° posto mentre l’altro 420 solo il 6° posto. Bravi Riccardo ed Enrico per la perseveranza che ha “pagato”, non posso dire altrettanto dell’altro equipaggio. Mauro è campione in carica dell’edizione 2019-20 e mi sarei aspettato un po' più di movimento in barca, anziché fare il “sacco di patate” al centro barca, seduto sulla scassa di deriva, tra l’altro posizione anche poco comoda. Raffaele sempre con la solita calma avrebbe necessità a mio parere di un pochino più di aggressività e di occhio alle regolazioni.Che dire; forse occorre osare un po' di più e portarsi appresso uno spy forse aiuterebbe la causa? Appuntamento quindi alla prossima volta per approfondire e imparare osando.Al quinto posto un bravo, ma ritengo un po' distratto amico Luigi Bellucci, dopo non so quante prove in deriva, due o tre campionati invernali con il cabinato, dove il percorso di regata è sempre uguale… ed anche i pesci lo hanno imparato, alla sua domanda: “dove sta la partenza?”, mi sarei suicidato dal gommone con un ancora al collo. Però devo riconoscere che le partenze le ha fatte bene questa volta, non era ad Anguillara o in piazza a Trevignano nell’ultimo minuto dalla partenza, ma ben allineato con gli altri, sebbene tutti tranne i primi, ancora troppo distanti dalla linea. Quindi dopo aver compreso quanti giri doveva fare e dove era posizionata la linea di partenza e di arrivo, fai camminare nella giusta direzione questo laser che comunque né hai abbastanza padronanza ed i giusti addominali….
Bene veniamo alla 6^ ed ultima posizione di Stefano Notaro con il suo Laser Radial celeste, la prima prova DNF, (DIT NOT FINISH) non ha terminato la prova in tempo utile, la seconda prova ha terminato in tempo utile, 34 minuti e 40 secondi, la terza prova ancora DNF.
Che dire…. colpa del tuo istruttore, troppo vecchio ormai. Ma io penso invece, con un po' di orgoglio personale, che devi avere fiducia in quello che hai appreso e ti do un consiglio; non ti fidare troppo degli appunti che hai così alacremente preso, ma cerca di affinare di più il tuo istinto. La barca va ascoltata e non subita, non è un autobus…, hai il fisico per rendere sicuramente di più, visto come sei riuscito a raddrizzare il laser dopo la scuffia….e a riprendere subito la gara.Una cosa l’ho notata e te la dico, (ma vale anche per altri), se la barca sbanda troppo e non riesci a tenerla piatta ed è nervosa e fai una continua altalena, ti devi chiedere cosa non va; troppo vento…, non mi sembra il caso di ieri, quindi sicuramente la regolazione sbagliata, nello specifico, tesa-base randa non regolato pertanto randa molto grassa, vang completamente in bando e questo in tutte le prove!!
Comunque complimenti anche a te per la costanza e l’impegno.
ALLA PROSSIMA!!!
Buon vento sempre e grazie
Max
WEEK END VENERDI - LUNEDI EURO € 600. |
QUOTA SETTIMANALE DEL MESE DI MAGGIO e GIUGNO EURO €1200,00 |
NEL MESE DI LUGLIO EURO € 1400,00 |
NEL MESE DI AGOSTO EURO 1800,00 |
NEL MESE DI SETTEMBRE EURO 1200,00 Massimo 6 persone Nell'affitto è compreso l'uso del tender e del motore Penso sia corretto pagare un 30% alla prenotazione. Inoltre normalmente chiedo un assegno a cauzione pari a € 1000 per eventuali danni, che verrà restituito al check out. Caratteristiche della barca: HUNTER 33 Anno di costruzione 2007 - Cantiere Hunter Marine Corporation Lunghezza: mt 10,08 - larghezza: mt 3, 51 Pescaggio: 1,40 Dislocamento: Kg. 6.000 Materiale costruzione: P.R.F.V. Motore: Entrobordo Yanmar 22,1 kW (27 CV) - 4 tempi Diesel - 3 cilindri VHF - Raymarine 54E - 25WFB Serbatoio diesel 95 lt Serbatoio acqua 180 lt Cabine: 2 - 4+2 posti letto Teli e cappottine: telone, bimini-top, copri randa Strumenti nautici: autopilota, ecoscandaglio, GPS, bussola Attrezzatura: cavo elettrico 30 mt, tubo per l’acqua e accessori Tender: gommone con motore fuori bordo Honda 4 tempi benzina - pompa gonfiaggio e remi |
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