Quella di Giovanni Soldini e del suo equipaggio è una missione: navigare per un anno nelle aree più remote e affascinanti della terra e in quelle più compromesse da drammatici cambiamenti climatici. Dagli antichi porti del Mediterraneo alle spiagge tempestose dell’Atlantico, dalle isole dei Caraibi fino all’immenso Pacifico al Mare Cinese e alle baie dell’India, l’imbarcazione di Soldini – un trimarano Maserati Multi70 – veleggerà sulle antiche rotte commerciali coprendo più di 44mila miglia. Oltre a rappresentare un’impresa sportiva (in questo caso quasi secondaria) AroundTheBlue è anche un’impresa ecologica su una rotta scientifica, entrambe al centro di un progetto multicanale per mostrare e raccontare la bellezza e la fragilità del mare. Durante il viaggio, infatti, Giovanni Soldini incontrerà attivisti, ricercatori, organizzazioni di ricerca ed enti non governativi impegnati nella salvaguardia e nella sostenibilità ambientale. E dal confronto con loro saranno creati materiali e contenuti destinati al web, ai social network e alla realizzazione di un docufilm che uscirà nel 2024 in esclusiva su Prime.Il viaggio di Giovanni Soldini potrà essere seguito online, tappa dopo tappa, proprio come un diario di bordo. La piattaforma aroundtheblue.org (certificata per la sostenibilità carbon neutral) è stata inaugurata a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Ambiente e dalla Giornata Mondiale degli Oceani. In homepage presenta un planisfero interattivo e un giornale di bordo che consentono di seguire l’intera rotta in tempo reale: dalla partenza da La Spezia all’arrivo in Europa, passando per il Mediterraneo, l’Atlantico, il Mar Dei Caraibi, l’Oceano Pacifico, il Mar del Giappone e della Cina, lo stretto di Giava e Sumatra e il Sudafrica. Gli obiettivi da raggiungere sono due: dare vita a un punto di riferimento per i temi legati alla salute degli oceani e al cambiamento climatico e costruire una comunità di persone interessate a fare la propria parte nella lotta contro il degrado ambientale, lo sfruttamento intensivo delle risorse, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e l’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera.
Ogni tappa verrà raccontata attraverso schede, video, audio e materiali raccolti e montati appositamente per il portale. Al completamento di ognuna, sulla mappa si sbloccheranno contenuti specifici. Sempre in homepage, saranno presenti i dati rilevati attraverso le strumentazioni di bordo e quelli relativi agli obiettivi raggiunti. Il portale AroundTheBlue ospita anche tre aree tematiche dedicate ai contenuti scientifici: la perdita di biodiversità con il sovrasfruttamento ambientale (pesca intensiva, distruzione di habitat, specie aliene, etc,), l’inquinamento chimico e industriale derivato dalle attività umane (plastica, microplastiche, petrolio, agricoltura, etc.) e il cambiamento climatico di cui il mare è protagonista attivo e passivo (acidificazione, scioglimento dei ghiacci e innalzamento delle acque di costa, erosione, rallentamento delle correnti, riscaldamento delle acque).
In ognuna di queste sezioni sono previste interviste a scienziati ed esperti come, ad esempio: Annalisa Bracco, Professoressa di Oceanografia e Clima e Co-Direttore del Programma di Dottorato in Scienza e Ingegneria dell’Oceano al Georgia Tech (Atlanta, USA), Antonello Provenzale, Dirigente di Ricerca e Direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR, e, tra gli altri, anche Roberto Danovaro, biologo ed ecologo marino di fama internazionale, Professore ordinario di ecologia all’Università Politecnica delle Marche. La conservazione e la protezione dell’Oceano è uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite; è quindi fondamentale osservare, misurare e quantificare i cambiamenti in atto del mare. Il trimarano utilizzato da Soldini per questo viaggio, assolve a questo compito.
Si tratta di un’imbarcazione completamente sostenibile e dotata di motore elettrico e pannelli solari. Parliamo del primo trimarano da competizione dotato di strumentazione Ocean Pack, che lo rende un vero e proprio laboratorio oceanografico galleggiante, capace di misurare la temperatura, la salinità, la connettività e la concentrazione di anidride carbonica nelle acque in superficie; tutti dati che, una volta raccolti, vengono validati e messi al servizio della comunità scientifica:
“Quest’anno il trimarano Maserati Multi70 ci accompagnerà per il mondo in un viaggio di ricognizione ambientale – ha spiegato Giovanni Soldini – dove raccoglieremo dati utili a monitorare lo stato di salute dell’Oceano, incontreremo team di scienziati e specialisti, e scopriremo quali soluzioni sono allo studio, quali difese stiamo escogitando, quali processi di rigenerazione possiamo attivare e come possiamo impiegare la tecnologia per espandere e accelerare l’azione di contrasto all’impatto del cambiamento climatico. L’Oceano può fornirci tante risposte e ispirare molte azioni decisive”.
Nonostante il violento temporale abbattutosi di recente sul cantiere navale che ospita l’imbarcazione e che ha rischiato di creare qualche complicazione prima della partenza, è giunto il momento di mettere in acqua il trimarano, testarne l’assetto e accendere il nuovo motore elettrico. In mare, infatti, verrà prodotta energia esclusivamente grazie al sole e al vento:
“Stiamo lavorando a quella che potrebbe diventare la vela del futuro – ha spiegato Claudio Rossi, ingegnere dell’Università di Bologna che ha progettato il motore elettrico e l’impianto energetico – perché su questa imbarcazione abbiamo installato un intero sistema di propulsione composto da un motore, realizzato interamente in Italia, dal sistema elettronico di controllo e di gestione della potenza che viene prodotta dai pannelli fotovoltaici e da un generatore eolico. In questo momento – ha concluso – Maserati è certamente un terreno di sperimentazione tecnologica perché imbarca la tecnologia di punta con la migliore efficienza e prestazione per fare in modo che la barca rimanga la più veloce possibile, cercando di soddisfare il fabbisogno energetico e garantire la sopravvivenza dell’equipaggio in un ambiente estremo”.
“Il fabbisogno energetico della barca è di 2.5 Kw giornalieri, quantità necessaria per le comunicazioni e la vita di bordo. E il motore è utilizzato soprattutto per le manovre in porto o in caso di emergenza in alto mare”.
E a proposito del trimarano, Giovanni Soldini spiega: “In barca tutto è prezioso: acqua, energia, cibo. Ogni risorsa va gestita con attenzione. Navigando lo impari subito, ma con l’elettrificazione del trimarano mi sono accorto che gli sprechi potevano essere ancora ridotti e certi limiti trasformati in punti di forza. Così ci sono venute idee nuove, abbiamo trovato soluzioni originali e alla fine del processo, oltre ad aver raggiunto l’autonomia che cercavamo, ci siamo accorti di aver compiuto una rivoluzione culturale. In piccolo ho visto succedere quello che dobbiamo far sì che avvenga sul piano collettivo per cambiare insieme la rotta”.
E allora si comincia. Prima destinazione, Mar Mediterraneo: La Spezia, Siracusa, Malta e Gibilterra.
FANTASTICO! Kenichi Horie: il più anziano ad attraversare il Pacifico
Sabato 4 giugno il navigatore giapponese ha completato la sua ennesima traversata su uno sloop di appena 5,8 metri
Quello di Kenichi Horie è un nome che molti appassionati di avventure oceaniche ricorderanno. Nato nel 1938 a Osaka è divenuto un'icona nel paese del Sol Levante dopo che nel 1962, a soli 22 anni, guadagnò il titolo di primo giapponese (e secondo navigatore solitario) ad attraversare il Pacifico; per di più su una barca in compensato marino di appena 5,8 metri, il Mermaid. Horie completò la rotta da Nishinomiya a San Francisco in 94 giorni. A quell'esordio seguirono molte altre imprese stravaganti con diversi tipi di barche, spesso costruite con materiali riciclati e dotate di sistemi di propulsione ecosostenibili. Nel 1974 completò il giro del mondo senza scalo; nel 1989 attraversò il Pacifico su una barca di soli 2,8 metri; nel 1992 raggiunse Okinawa dalle Hawaii su una barca a pedali; nel 1996 navigò dall’Ecuador al Giappone su un natante di alluminio riciclato alimentato a energia solare; nel 2002 completò nuovamente la traversata del Pacifico su Sirenetta III, barca realizzata assemblando botti di whisky, lattine di alluminio e bottiglie di plastica; nel 2008, ancora, navigò dalle Hawaii alla penisola di Kii, in Giappone, su un catamarano di 9 metri, il Suntory Mermaid II, provvisto di un innovativo sistema di propulsione alimentato esclusivamente dal moto ondoso. Un vero e proprio Einstein del mare, insomma, con l'animo da avventuriero e lo spirito ambientalista. Un figlio dell'oceano per il quale evidentemente non c'è vera pace se non tra le onde. Tanto che sabato 4 giugno, alla ragguardevole età di 83 anni, Horie ha completato la sua ennesima transpacifica in solitario e senza scalo, guadagnando anche il titolo di navigatore più anziano di sempre ad aver portato a termine l'impresa. Partito il 27 marzo da San Francisco a bordo del Suntory Mermaid III, sloop di alluminio di appena 5,8 metri, l'indomito ottuagenario ha impiegato oltre due mesi per raggiungere Nishinomiya, alimentandosi esclusivamente di riso, cibo in scatola e pesce pescato. Nessuna particolare preparazione fisica. "Sono sempre in buona salute – aveva dichiarato al San Francisco Chronicle, prima della partenza –. Non mangio, né bevo troppo". Tutto qui. Un'impresa, quella di Horie, il cui significato è condensato in un messaggio che lo stesso ha voluto diffondere a tutti gli abitanti del pianeta: "Fate sì che i vostri sogni non restino solo tali, abbiate un obiettivo e applicatevi per raggiungerlo. Non potrà che attendervi una vita meravigliosa".
__________________________________________________________________________________________________________________________Soccorritori e volontari di SOS MEDITERRANEE ben conoscono la tragica rotta che dai quadranti del Mediterraneo centrale e orientale porta molte imbarcazioni, alcune di queste a vela, ad arenarsi sulle coste calabre, pugliesi e a volte anche della Sardegna. Si tratta in questo caso di navigazioni estreme, con frequenti partenze dalla Turchia, su imbarcazioni a vela riempite all’inverosimile, spesso con più di 50 persone a bordo quando al massimo, per un’imbarcazione di 10-15 metri, la portata consentita non supera le 10 persone.
Con questa iniziativa si vuole quindi dare inizio ad una fase di sensibilizzazione mirata alla ”gente di mare” con la certezza che il concetto di soccorso in mare, al di là del colore della pelle e delle motivazioni che spingono alcuni ”naviganti’ a rischiare di fare naufragio pur di raggiungere le nostre coste. Oltre all’imperativo del soccorso in mare, sancito anche dalle normative internazionali, tra marinai ci si capisce al volo anche su temi quali il mal di mare, il vento forte o le onde minacciose e la paura che in questi casi diventa panico per chi spesso non sa nemmeno nuotare e il mare lo ha visto solo sulle riviste perchè proviene dall’Africa subsahariana. Allo stesso tempo, a molti velisti, in navigazione di piacere verso la Puglia o la Calabria sarà capitato di osservare imbarcazioni simili alla loro entrare in porto scortate da unità della Guardia Costiera o della Guardia di Finanza ma guidate da skipper senza scrupoli e umanità. Da una parte i vacanzieri che si godono il mare nel loro tempo libero dopo un anno di lavoro, dall’altra “naviganti” che affrontano un viaggio pericoloso, pieno di incognite, dopo anni di torture e soprusi di ogni sorta che decidono di imbarcarsi per darsi un’alternativa ad una vita ai limiti della sopravvivenza. Quella con Girovelando, peraltro impegnata in diverse attività nautiche con ragazzi down o persone prive della vista, sarà la prima di una serie di iniziative per aumentare la consapevolezza di trovarsi “tutti sulla stessa barca”: sia chi compete in regata per una coppa sia chi lotta per salvare la propria vita."
Scritto da
Stefano Bertoldi (Socio SOS MEDITERRANEE ITALIA )
Link :
|
---|
sopra ,anche loro hanno peccato nello scegliere se la boa o la barca. La partenza della seconda prova le ha viste appaiate al 470 vincitore, che ha peccato un po' di mancanza di “cattiveria”, una piccola orzata al vento per fermare l’altra barca e successivamente una poggiata per accelerare, in quanto sottovento aveva tutta l’acqua necessaria, avrebbe messo un po' più di pepe alla vicenda, peccato comunque non aver avuto una macchina fotografica perché quel momento lo meritava. Brave comunque e il secondo posto ben meritato, potevano fare di più? Certamente! se non avessero dimenticato il tangone a terra. Le barche vanno armate e poi controllate bene….”è tutto in barca a posto possiamo andare!!!!”
Terzo posto meritato per Gaetani Domenico con il suo laser armato con la vela Radial, sebbene per il suo peso potrebbe portare una Standard, ma la vela nuova di pacca ha certamente reso la regata più tranquilla ed ha dato la possibilità a Domenico di gustarsi le tre prove e di non essere troppo impegnato nel mantenere piatta la barca e quindi scegliere tranquillamente i bordi e dedicarsi alla conduzione del laser.
Terzo posto anche per la coppia Rauso Zuccalà, che si sono scambiati i ruoli nelle tre prove, il Fire-Ball sembrava che non avesse proprio voglia di andare all’orza, ai passaggi che ho potuto vedere dal gommone aveva 15-20 gradi di differenza con i 470, le due barche hanno quasi lo stesso rating. Il Fire-ball era sempre molto sbandato nonostante il prodiere fosse fuori al trapezio. Una cosa però ho notato; non mi sembrava coordinata l’uscita al trapezio con la regolazione della randa, nel senso che non dobbiamo avere la randa molto cazzata e poi uscire, ma se possibile occorrerebbe cercare di farlo coordinatamente, magari cazzare un po' meno quindi uscire al trapezietto, cazzare ancora e uscire al trapezio, così la barca può accelerare sempre in assetto quasi sempre piatta sull’acqua, come una deriva dovrebbe navigare, (tanto più credo il Fire-ball). Comunque bella prova di test e complimenti all’equipaggio per aver cercato le giuste regolazione, che hanno dato i loro frutti, appunto nella terza prova con un secondo posto.Dobbiamo, a mio parere, ancora migliorare la conduzione della barca per scoprirne le sue possibilità-Al quarto posto, gli equipaggi dei due 420, Mauro Messina- Raffaele Pignataro sul Nautivela e Enrico e il piccolo Riccardo Dati sul Zieghelmier. Tre prove che hanno visto i due 420 alternarsi nelle prestazioni. Nella prima prova il Nautivela di Raffaele e Mauro è arrivato 4 e il Zieghelmeir penultimo al 7° posto. Poi Riccardo ed Enrico hanno preso le misure e si sono piazzati al terzo posto davanti a Raffaele e Mauro. La terza prova sembrava non voler essere corsa da Riccardo, perché giustamente stanco, ma poi ci ha ripensato ed ha fatto bene, hanno conquistato un 4° posto mentre l’altro 420 solo il 6° posto. Bravi Riccardo ed Enrico per la perseveranza che ha “pagato”, non posso dire altrettanto dell’altro equipaggio. Mauro è campione in carica dell’edizione 2019-20 e mi sarei aspettato un po' più di movimento in barca, anziché fare il “sacco di patate” al centro barca, seduto sulla scassa di deriva, tra l’altro posizione anche poco comoda. Raffaele sempre con la solita calma avrebbe necessità a mio parere di un pochino più di aggressività e di occhio alle regolazioni.Che dire; forse occorre osare un po' di più e portarsi appresso uno spy forse aiuterebbe la causa? Appuntamento quindi alla prossima volta per approfondire e imparare osando.Al quinto posto un bravo, ma ritengo un po' distratto amico Luigi Bellucci, dopo non so quante prove in deriva, due o tre campionati invernali con il cabinato, dove il percorso di regata è sempre uguale… ed anche i pesci lo hanno imparato, alla sua domanda: “dove sta la partenza?”, mi sarei suicidato dal gommone con un ancora al collo. Però devo riconoscere che le partenze le ha fatte bene questa volta, non era ad Anguillara o in piazza a Trevignano nell’ultimo minuto dalla partenza, ma ben allineato con gli altri, sebbene tutti tranne i primi, ancora troppo distanti dalla linea. Quindi dopo aver compreso quanti giri doveva fare e dove era posizionata la linea di partenza e di arrivo, fai camminare nella giu
Girovelando ASD website created and managed by Vittorio Laccisaglia, headed by the President and Board of Directors